Dalla serata del 15 febbraio 2018, ecco gli appunti di Giulio.
BSera
questa sera parleremo delle regolazioni delle telecamere, naturalmente delle nostre telecamere. Alcune regolazioni sono presenti anche su apparecchi meno sofisticati (ad esempio la possibilità di regolare manualmente la distanza o di fare il bilanciamento del bianco), mentre altre sono presenti solo su macchine professionali o conunque di livello superiore (ad esempio parlo dell’indicazione in metri sulla ghiera della messa a fuoco).
Diciamo una cosa: in linea di massima molte delle cose che diremo valgono anche per le macchine fotografiche
Poi volevo fare, prima di cominciare, un’altra precisazione: alcune regolazioni sono caratteristiche della macchina, altre invece (penso ad esempio alla profondità di campo) no: dipendono da leggi fisiche. Certo fra di esse vi sono cose caratteristiche della macchina, nell’esempio penso alla lunghezza focale, ma volevo solo dire che il libriccino che veniva fornito assieme all’obiettivo e che riportava le varie profondità di campo non era caratteristica di “quella” cinepresa, ma di “tutte” le cineprese che condividevano formato della pellicola, regolazione della distanza, diaframma e lunghezza focale.
Per meglio individuare le regolazioni previste in una telecamera io partirei dalla storia. Ovvero tornerei indietro nel tempo quando si lavorava con macchine meccaniche 2×8 mm.
Quella volta la prima regolazione era quella della velocità di ripresa. Oggi non c’è più perché si riprende solo a 25 fps ed eventuali effetti si ottengono con il software di montaggio.
Poi c’era la regolazione del diaframma, ovvero della quantità di luce che arrivava alla pellicola. Era l’unica regolazione elettronica perché le altre erano meccaniche. Oggi c’è ancora. A dire il vero una volta c’era anche l’otturatore variabile che aveva più scopi:
⦁ permettere le riprese con molta luce (c’è qualche cosa di simile tuttora)
⦁ permettere le dissolvenze (oggi c’è, ma non lo usa nessuno perché lo si fa in montaggio con il computer)
⦁ diminuire il tempo di esposizione della pellicole in scene con il soggetto in rapido movimento (c’è ancora)
Importantissima era la regolazione della distanza (sempre manuale, ed esiste ancora questa possibilità anche se ormai tutte le macchine sono automatiche, mentre una volta tutte erano manuali).
Poi il suono, a meno di qualche modello, non era proprio previsto, mentre oggi è la normalità, con tutte le difficoltà di regolazione del caso.
Un’altra cosa curiosa, ormai nel dimenticatoio, era la pellicola che doveva essere per luce diurna o artificiale, salvo usare filtri di conversione, e che oggi si ripercuote, sotto altri aspetti, nel bilanciamento del bianco.
Superata questa premessa diciamo ancora che oggi una telecamera è in realtà un computer con attaccato un obiettivo. Per destreggiarsi nei suoi comandi e nelle sue regolazioni bisogna affrontare il problema con la mentalità dell’informatico. Ovvero
⦁ leggere le istruzioni
⦁ cercare istruzioni in rete (ad esempio su YouTube, basta cercare per la propria macchina, se in inglese mettere i sottotitoli)
⦁ farsi degli schemi scritti (non servono come aiuto kperativo, o almeno non necessariamente, ma servono per “linearizzare” le idee)
⦁ provare e riprovare (meglio se vicino al computer o addirittura collegati ad un televisore esterno per vedere subito certi risultati)
La mia telecamera (Canon G25, che poi è simile a molte vostre, anche di altra marca) si regola con i menù. E’ interessante dire che probabilmente anche macchine di marche differenti hanno menù simili, certo regolazioni simili (perché simili sono le esigenze da soddisfare – ma questo è un concetto valido in tutta l’informatica).
Nell’immagine qui sopra si vede la disposizione dei principali comandi ma, soprattutto, come sono stati organizzati i vari menù che permettono l’accesso alle varie impostazioni.
Qui si impone un consiglio. Le macchine oggi sono dei computer e le regolazioni e impostazioni dipendono dal software. Quando si opera con esse, in effetti, utilizziamo un programma. Ecco, per comprendere le cose e sapere dove cercarle bisogna per un po’ calarsi nella mentalità del programmatore. Così avremo un punto base da cui reperire un menù principale (quello delle regolazioni da tenere a mano) e una serie di menù secondari con i vari settaggi (per lo più con un tentativo di essere divisi in maniera coerente). Soprattutto il menù principale può avere alcune voci comandabili direttamente da un bottone hardware.
Curioso (almeno nella mia telecamera) è il fatto che i menù siano poco coerenti, nel senso che alcune impostazioni sono in posti illogici. Oltre che le rgolazioni da menù ci sono alcuni tasti predefiniti che svolgono funzioni specifiche ed alcuni tasti programmabili ai quali può venir assegnato un determinato compito. Va anche detto che la macchina ha una meoria dell’ultimo menù il che è comodo per richiamarlo, soprattutto per eliminare l’effetto invocato precedentemente.
Sempre parlando della mia macchina, perciò, diremo che
⦁ ovviamente c’è un pulsante on/off
⦁ altrettanto ovviamente c’è la possibilità di passare dal modo di ripresa al modo di visualizzazione di quanto registrato
⦁ nella sezione ripresa si può scegliere fra automatico (con poche possibilità di intervento manuale), manuale (ovvero automatico ma con possibilità di interventoi manuale) e un mezzo bizzarro che si chiama cinema e permette con un semplice tocco di effettuare alcune regolazioni per riprendere in vari modi, sogno, seppia, vecchio film eccetera. I parametri sono regolabili.
Sulla sinistra <foto bottoni hardware> ci sono le regolazioni per la messa a fuoco manuale e per la preregistrazione. Sono bottoni programmabili per altri scopi, ma queste sono importanti per cui conviene lasciarli così.
Vediamo ora i menù. Parleremo solo di quelli relativi alle riprese (ci sono anche quelli per la riproduzione).
I menù sono quattro
⦁ rapido (su schermo touchscreen, tasto FUNC.)
⦁ regolazioni 1 (tasto FUNC./Menù/telecamera)
⦁ regolazioni 2 (tasto FUNC./Menù/pellicola)
⦁ regolazioni 3 (tasto FUNC./Menù/chiave inglese)
Il rapido raccoglie le cose di uso più frequente: come tipo di impostazioni manuali prioorità diaframma, tempi e così via), controluce, regolazioni stabilizzazione immagini, uso della leva zoom (progressiva, lenta, veloce), tipo di messa a fuoco, calibrazione del bianco, sovra o sottoesposizione, equalizzatore audio, livello microfono e mixer, dissolvenze (non usare, farlo in postproduzione), alcuni effetti immagine, come nitidezza, contrasto eccetera.
Regolazioni 1 si occupa di varie regolazioni, ad esmepio i marker sullo schermo, i microfoni, la retroilluminazione dello schermo LCD, eccetera
Regolazioni 2 ha a che fare con velocità di otturazione, ribaltamento della ripresa, ma ha anche informazioni sulla scheda e altre cose del genere
Regolazioni 3 è più portato all’hardware, qui potete assegnare i pulsanti, regolare l’ora di sistema e così via
Una cosa che volevo aggiungere è che spesso i moltplici menù programmati in effetti sono solo dei regolatori multifunzione. Se ad esempio avete un menù per le riprese di soggetti in movimento (ma anche di fuochi d’artificio, riprese sulla neve e via elencando) è molto probabile che si tratti semplicemente di una regolazione di alcuni parametri, cosa che potreste anche fare a mano.
Sullo schermo, in basso c’è un tasto per scattare delle foto. Certo non è una macchina fotografica, ma i risultati sono buoni. Consiglio di scattarne sempre una per avere i dati Exif memorizzati in modo permanente e poter così accedere alla data e all’ora del lavoro!
Giulio