Alla Casa del Cinema di Trieste, in Mediateca – La Cappella Underground, il nostro Giulio Salvador ha tenuto, il giorno 8 maggio 2013, una conferenza sul tema “Il computer esteso al servizio del cinema”.
Questa la trascrizione degli appunti:
Oggi il computer è lo strumento più importante di cui dispone il videomaker per montare i propri film. Egli però spesso si limita ad usare i programmi “strettamente necessari” al suo lavoro. Ed è un peccato perché potrebbe trarre beneficio dall’implementazione di nuovi software e anche, più semplicemente, da un miglior uso di quei programmi di uso generale che già ha e usa normalmente.
Questa chiacchierata non può prescindere da una premessa sugli archivi e sull’organizzazione del proprio disco. Operazione, questa, strettamente personale e dipendente dalle proprie abitudini o addirittura dal proprio carattere: una persona ordinata e precisa terrà libero il proprio tavolo di lavoro, e farà altrettanto con i suoi archivi informatici; viceversa una meno attenta all’ordine formale avrà accatastati in (apparente) disordine sia il tavolo fisico che gli archivi del proprio computer (fermo restando che entrambi reperiranno facilmente e con sicurezza i documenti cercati).
Di conseguenza non mi resta che spiegarvi come mi comporto io, sperando che ciò sia di vostra ispirazione.
Innanzi tutto tengo a mano una cartellina denominata “idee”: man mano che vedo una situazione, leggo un articolo, sento una barzelletta, insomma vivo una situazione che si presta ad essere tradotta in immagini, faccio subito una cartella contrassegnata con il potenziale titolo del film; al suo interno conservo la foto, la scannerizzazione o al limite una nota descrittiva dell’idea. Se poi realizzerò qualcosa è un’altra storia!
Poi c’è una seconda cartella chiamata “video” di pari dignità, che contiene le cartelline dei film in lavoro. In essa prima di tutto trasferisco la cartellina dell’idea con il suo contenuto, e poi seguono gli scarichi dalla telecamera, le musiche da provare, il progetto, il render eccetera. Non solo: ricopio addirittura quei file cui si potrebbe fare un riferimento “esterno” (ad esempio il logo del Circolo). In questo modo quando ho terminato il mio lavoro posso trasferirlo (taglia – incolla) su un disco rigido esterno recuperando spazio prezioso sul disco rigido del computer. Se poi devo riprendere per mano il lavoro (ad esempio per aggiungere sottotitoli in un’altra lingua) è sufficiente rimettere la cartella al suo posto e si può operare senza intoppi.
Parliamo ora di programmi: sono definibili come “serie ordinate di istruzioni che il nostro computer è in grado di eseguire”. I primi programmi erano dei file completi che contenevano al loro interno tutte le istruzioni necessarie al loro funzionamento. Oggi i normali programmi “installati” hanno invece bisogno di “appendici” che si trovano nel computer (o che vengono installate contestualmente); ad ognuna di esse possono fare riferimento anche più programmi. Inoltre le applicazioni “installate” vengono memorizzate nel sistema operativo in modo che cliccando su un determinato file possa venir lanciata l’applicazione giusta e subito dopo richiamato il file: per l’utente il risultato pratico è quello di avere a disposizione direttamente il documento su cui operare. Esistono viceversa dei programmi cosiddetti “portatili”, nati per vivere staccati dal sistema operativo, e tipicamente risiedere in chiavetta (ma possono essere messi in un file qualsiasi). A fronte della scomodità di dover prima lanciare il programma e poi richiamare il file desiderato, vi è la comodità di poter portare con sé i propri software potendoli così usare su qualsiasi computer. Inoltre non si va ad impegnare ulteriormente il file di configurazione.
Fra i software “installabili” oggi ve ne sono molti per lo più gratuiti e comunque molto validi. Sono distribuiti in file compressi (*.ZIP), spesso in suite (raccolte) tematiche o addirittura singolarmente. Vi consiglio di guardare http://www.lupopensuite.com/it/suite.htm, http://portableapps.com/, http://www.winpenpack.com/main/news.php, (e altri) che sono dei siti molto completi.
Un altro tema è la ricerca di aiuto quando vogliamo usare qualche nuovo software e ci sorgono delle perplessità.
Il consiglio più ovvio è quello di rivolgersi all’help in linea (perlopiù premendo il tasto funzione F1) ma spesso ci si scontra con argomenti complessi o mal spiegati.
Personalmente consiglio (comunque dopo aver provato il manuale originale) di andare sul Web e fare una ricerca per <NOME PROGRAMMA>TUTORIAL. Spesso si trovano manuali o siti che trattano l’argomento cercato. Facile qualche disperato appello da parte di “chi c’è già passato”. Rivolgendosi inoltre a YOUTUBE si trovano degli ottimi filmati che mostrano i passaggi per ottenere il risultato cercato; non fatevi spaventare dalla lingua inglese, perché spesso sono delle semplici dimostrazioni mute (e le immagini non hanno ovviamente bisogno di traduzione).
Siamo ancora nelle “pillole di informatica”. Se a casa avete più di un computer metteteli in rete: lo scambio dei dati diventerà molto semplice. Soprattutto potrete condividere le periferiche: basterà una sola stampante collegata al computer “B” per poter stampare dal computer “A”.
Se disponete di un computer portatile probabilmente avete già la presa VGA pronta: acquistate subito un secondo monitor. Non solo vedrete le cose più in grande e meglio ma (se accetta la configurazione indipendente) potrete disporre due programmi o due parti di programma separate sui due schermi. Nel caso dei film, ad esempio, con la timeline o la sceneggiatura su uno e il film, in tutta la sua bellezza, sull’altro. Il passaggio del puntatore del mouse da uno schermo all’altro è intuitivo: basta avvicinarsi al bordo di un monitor, continuare la corsa e ci si ritrova sull’altro (poi basterà fare clic per renderlo attivo ed operare).
Venendo al tema della chiacchierata mi permetto di segnalarvi alcuni programmi che possono essere utili per il nostro hobby. L’unica avvertenza è che essi non sono gli unici che svolgono quel compito, e magari voi ne avete installati di migliori. Del resto è risaputo che “il miglior programma” è quello che si conosce meglio. Quanto dirò quasi sempre vale sia per PC che per Mac.
Vi ho raccontato come io operi su diverse cartelle. Alle volte succede che vi sia la necessità di trasferire il contenuto di una cartella su un altro supporto (ad esempio una chiavetta o un disco rigido esterno). Se il trasferimento è effettuato per la prima volta sarà un’operazione semplice: basta un copia – incolla (o un taglia – incolla). Il problema sorge quando stiamo operando ed aggiungiamo o modifichiamo solo alcuni file. In questo caso sarà sufficiente copiare o sovrascrivere solo i file oggetto di modifica. Però quali sono? Dovremmo cercare di individuarli, farne una lista, verificare i contenuti, eccetera.
Molto più facile usare dei programmi cosiddetti di “sincronizzazione”. Per lo più sullo schermo mostrano nella metà di sinistra l’area della “sorgente” e a destra quella di “destinazione”. Poi eseguono un confronto del nome dei file, della loro data di aggiornamento e della presenza di eventuali oggetti nuovi. Premendo un apposito tasto parte la sincronizzazione, ovvero la copia o la sovrascrittura degli elementi nuovi o modificati, trascurando quelli che non vanno aggiornati. Alla fine nel nostro supporto esterno avremo una copia esatta di quanto è sul nostro disco rigido, solo che essa sarà ottenuta per semplice modifica o aggiunta di elementi, quindi in tempi rapidissimi e senza cancellare gli originali. Io personalmente uso il programma FreeFileSync.
Se andiamo nello specifico del cinema osserverò come il video maker (lo ho detto all’inizio della conferenza) si limiti ad usare il software di montaggio di cui dispone. Alle volte può, però, esserci qualche necessità particolare che il software non riesce a gestire, altre volte (per motivi ignoti) un file non viene letto, eccetera. E’ bene disporre allora di un’ancora di salvezza. Essa è rappresentata dall’unico (fino a questo momento) software a libera distribuzione gratuita sul montaggio e la manipolazione dei clip video: sto parlando di X-VirtualDub. E’ un programma molto spartano, permette solo di tagliare scene o estrarre una scena da una clip più lunga, eventualmente può “incollare” due clip. Dispone però di due schermi e, soprattutto, di una nutrita dotazione di effetti che ci permettono di modificare l’immagine (si trovano nel menù video/filters). Poi ha di buono che riesce a leggere molti formati. Moltissime sono le qualità nascoste nei suoi menù.
A proposito di formati vediamo subito un programma importantissimo: Format Factory. Si tratta di un’applicazione assolutamente gratuita che riesce ad intervenire sul formato dei vostri clip, convertendoli. Tratta video, foto, suono, e esegue anche la cattura da DVD. Bisogna lanciare il programma, selezionare il formato che si desidera ottenere in uscita e poi caricare i clip originali (che potrebbero anche essere di formati differenti). A questo punto si decide in quale cartellina porre i risultati della conversione. Ma non è finito: si può anche intervenire su moltissimi parametri dell’immagine e della conversione. Finalmente si lancia l’applicazione e ci si può dimenticare del tutto: Format Factory prenderà una clip alla volta, la convertirà e salverà individualmente. Alla fine (se si è spuntata l’apposita casella) addirittura il programma spegnerà la macchina.
Grazie a Format Factory si possono così ottenere copie di dischi (non protetti) o si possono ottenere dei file che poi è facile pubblicare su siti quali Youtube, Vimeo eccetera.
Uno degli assilli di chi fa film è scrivere la sceneggiatura. Anche nel nostro mondo amatoriale si tratta di un’operazione caldamente consigliata, perché evita errori (ad esempio dimenticarsi di girare una scena) e permette di tenere una traccia delle operazioni eseguite.
Alcuni preferiscono un approccio grafico, ed usano la storyboard.
Se ci documentiamo un po’ scopriremo che ci sono due modi principali (non sono i soli) di scrivere una sceneggiatura: quello italiano e quello americano.
Il primo consiste in una scrittura su due colonne: a sinistra la descrizione delle scene e a destra il parlato.
Il formato americano, invece, occupa tutta la larghezza del foglio, ed intercala la descrizione della scena (a tutta larghezza sulla pagina) con i dialoghi (su una larghezza minore, ma centrati sul foglio e con il nome dell’attore, in TUTTO MAIUSCOLO, che recita la frase).
Per quanto riguarda la prima soluzione io consiglio di usare semplicemente Word, il noto programma di videoscrittura. Si parte da un foglio intonso e lo si pone (file/imposta pagina) in orizzontale. Cominciate con il titolo al centro. Quindi inserite una tabella di 4 colonne per un numero congruo di linee (Tabella/inserisci/tabella). Intervenite leggermente sulle spaziature verticali: la prima colonna va tenuta stretta perché conterrà solo un numero progressivo. L’ultima colonna sarà un po’ più larga, per accogliere delle note a mano (durante le riprese). Le rimanenti due saranno di larghezza equivalente. Come certamente saprete per effettuare questo lavoro è sufficiente far passare il mouse sulle linee verticali: quando il puntatore cambierà forma si farà clic e sarà possibile eseguire il trascinamento.
L’intestazione della prima riga può essere riportata automaticamente nei cambi pagina (basta evidenziarla, e quindi con il tasto destro invocare le proprietà e spuntare l’apposita casella). Un’altra caratteristica che consiglio è quella di non permettere la divisione della cella nel caso di testi lunghi, e mi spiego: quando scrivete un testo lungo in una casella, esso va automaticamente a capo e “spinge” in basso la riga inferiore. Quando siete nell’ultima casella del foglio potete dire al programma di riportare tutta la casella nel foglio successivo, in modo che non vi siano interruzioni (evidenziate la tabella con tabella/seleziona/tabella e quindi con il tasto destro del mouse invocate le proprietà).
L’apposizione dei numeri di pagina (inserisci/numeri di pagina oppure visualizza/intestazioni e piè di pagina) completerà la predisposizione della sceneggiatura.
Il vantaggio di questo metodo sta nel fatto che le varie righe della tabella, anche quando sono scritte, possono essere tagliate e incollate in nuove posizioni, riordinando facilmente lo scorrere del racconto. Se poi avete bisogno di inserire qualche riga basta chiederlo al programma (tabella/inserisci…).
Per la sceneggiatura “all’americana” ci viene in aiuto un bellissimo software “open source” (quindi libero e gratuito) che si chiama Celtx. Lo si trova in https://www.celtx.com/index.html. Sfrutta le capacità dei dBase (data base). Ogni elemento (scena, locazione, attore, oggetto da reperire per le riprese, eccetera) è un elemento della raccolta. In questo modo il tutto può essere visualizzato, filtrato eccetera in maniera molto semplice ma potente. Si possono scegliere fra varie visualizzazioni, compresa quella in formato PDF (necessaria per la distribuzione del copione). Dispone addirittura di un calendario per cui al regista non servirà altro che filtrare le scene da girare (ad esempio raggruppandole per sito o per attori), decidere quando girarle e poi incaricare il programma di generare le mail di convocazione!
Abbiamo accennato ai dBase (data base, base di dati in italiano con una zoppicante traduzione). In pratica si parla di elenchi di oggetti. Esempi di dBase sono la lista degli acquisti da fare al supermercato, l’agendina del telefono e così via. Fermo restando che possono essere molto complessi (svolgono oggi un ruolo fondamentale in informatica, pensate a tutti casi in cui essi vengono sfruttati, ad esempio anagrafi, fisco, banche, eccetera), nella loro forma più semplice sono una tabella di tante righe (record) divise in tante caselle (campi). In teoria non possono esistere due record uguali (saranno almeno differenti per il numero d’ordine, chiamato “chiave primaria” in gergo). Grazie ai programmi che li gestiscono si possono ordinare in modo che un campo sia in ordine alfabetico (o crescente se è un campo matematico). Il riordino si “porterà dietro” i record, che quindi manterranno il loro valore. Inoltre i programmi permettono di “filtrare” qualche campo, mostrando solo quei record i cui campi corrispondono ad un determinato criterio di ricerca. Sono evidenti, nel nostro hobby, le utilità: si immagini di creare un archivio (di più colonne e righe) in cui per ogni scena vengano descritte le sue caratteristiche, ad esempio la location, la presenza di un attore o meno, la presenza di un oggetto particolare necessario per le riprese. Basterà disporre in ordine alfabetico il giusto campo per vedere, ravvicinate nella tabella, tutti i record corrispondenti (ad esempio tutte le scene che dovranno essere interpretate da un attore). Se poi vogliamo solo vedere un determinato particolare basterà imporre il filtro di visualizzazione (ad esempio per “isolare” una determinata location). Togliendo il filtro ritorneremo “in possesso” della nostra tabella completa (i filtri agiscono solo sulla visualizzazione, non sui dati contenuti). In effetti le possibilità sono ancora superiori, ma non mi dilungo.
Il programma che può generare questo miracolo è Excel, che ha una vocazione matematica ma anche di dBase.
Saltando un po’ di palo in frasca parlerò ora di un ottimo programma di visualizzazione: VLC media player. Lo avrete certamente visto su qualche computer: è quello curiosamente caratterizzato dall’icona di un birillo stradale! Legge quasi tutti i formati ed è molto potente. Poi ha delle doti nascoste come la gestione di file in rete, la cattura dello schermo (e quindi può potenzialmente convertire formati), il ripper dei DVD eccetera.
L’oggetto finale dei nostri montaggi è la creazione di un DVD che possa essere letto da vari apparati (lettori, computer, eccetera). Magari per poter essere proiettato dappertutto. Esso rappresenta la “quarta fase” dei programmi di videomontaggio. In effetti essi gestiscono abbastanza bene il procedimento, ma personalmente non sono mai riuscito a farli funzionare come desideravo.
Forse perché mi sono sempre rivolto a DVD Styler, un programma generico che permette la manipolazione dei DVD in genere.
Si parte dal reperimento dei contributi che si desiderano vedere (chiamiamolo semplicemente “capitoli” anche se è limitativo). Decidiamo lo sfondo della videata di partenza (ovvero quella del menù): abbiamo a disposizione colori e gradienti assortiti, alcune foto oppure le scegliamo nel nostro catalogo.
Poi abbiamo a disposizione caselle di scritte statiche (che possiamo personalizzare a piacere) e “bottoni” (completi di testi personalizzabili) su cui cliccare per “saltare” sul punto desiderato.
Quindi è facile creare un menù per DVD che contenga diversi filmati. Non solo, i filmati possono essere in formato diverso (e si possono anche importare foto). Per ogni contributo è poi possibile scegliere l’azione da eseguire una volta caricato, ad esempio “visualizza” (è un filmato), “visualizza per n secondi” (è una foto). Infine bisogna dirgli cosa fare una volta che la visualizzazione è finita (tipicamente “torna al menù iniziale e aspetta istruzioni”, ma potrebbe essere “salta all’immagine o al filmato successivo” e così via).
Certo bisogna porre un po’ di attenzione, anche perché bisogna applicare un minimo di esperienza di programmazione (ma solo in quantità sufficiente per rendersi conto che esiste un tasto destro del mouse e che esso va usato per stabilire tutte le caratteristiche dell’azione che si desidera implementare).
Un’idea? Quando girate i film, ovvero quando vi divertite, scattate qualche foto di backstage e quando li montate fate due versioni del disco: una completa (con le scene da tagliare, le foto ricordo e il film) ed una “pulita”. Createvi il vostro DVD multi settore che diventerà una copia da custodire gelosamente per ravvivare i ricordi di ore passate insieme agli amici.
Facciamo ora un breve cenno alla trasmissione di file di grandi dimensioni, operazione tipica quando si ha a che fare con filmati (o con molte foto).
La maggior parte dei programmi di posta elettronica permette la spedizione di allegati normali o di “gigallegati”. I primi sono i classici “attached”, su cui non mi dilungherò (anche se meriterebbe un cenno la spedizione di foto, la riduzione per la spedizione, il salvataggio in formato JPG e i problemi di salvataggi successivi, infine la possibilità di utilizzare file ZIP (zippati) come se fossero cartelline per spedire molte immagini in una volta sola). Osserverò solo una cosa: l’allegato viene fisicamente inserito nel corpo del messaggio (anche se l’utente non se ne accorge) e viaggia con esso.
Nell’invio di gigallegati, invece, il messaggio e l’allegato viaggiano su due binari differenti: in particolare l’allegato viene depositato su un server e tenuto a disposizione del destinatario, che deve preoccuparsi di andarlo a scaricare. Per non intasare i dischi dei provider i file sono mantenuti in sito per un periodo limitato, poi vengono cancellati.
Normalmente i gigallegati sono servizievoli: vi avvertono quando il destinatario ha effettuato lo scarico e vi avvertono, in caso contrario, che il file è stato cancellato senza che il download sia stato realizzato.
Per chi non dispone di un provider che prevede i gigallegati sono disponibili in rete servizi gratuiti di spedizione che funzionano nello stesso modo.
Ritorniamo ancora un momento sui programmi per parlare di manipolazione dei suoni. Esiste il solito programma gratuito e molto potente che può venirci in aiuto. E’ il programma AUDACITY facilmente reperibile in rete. Oltre che permettere il taglio e la fusione di file, lavora su un numero indefinito di tracce i cui livelli possono essere regolati separatamente e a piacere. Naturalmente dispone anche di una grossa quantità di effetti sonori, oltre che permetterci di controllare il tutto con appositi strumenti, regolare le tonalità, sfruttare un equalizzatore, eccetera.
Permette ovviamente l’esportazione nei vari formati più popolari.
Chi fosse interessato puo utilizzare questo link per scaricare gli appunti in formato pdf.